TV in blackout, decine di canali spenti: italiani nel panico | Per vederli di nuovo non basta il modem
Dopo le indagini a tappeto dei mesi scorsi, le tv sono in black out e tanti italiani non potranno più guardare i loro programmi preferiti.
Quello che è accaduto a dell’incredibile, non basterà il modem per tornare a rivedere i canali televisivi che sono stati spenti.
Ben 22mila utenti si ritroveranno di fronte a uno schermo nero senza segnale: è la conseguenza di un’indagine che ha coinvolto Italia, Cina e tanti Paesi del vecchio continente.
L’incredibile smacco a Mediaset, Dazn, Amazon Prime, Disney+, Netflix, Paramount e Sky ha creato un danno di decine di miliardi.
La maxi operazione ha portato alla scoperta di un giro d’affari di ben 3 miliardi l’anno: ecco che cosa è successo.
Tv in black out, chiusi centinaia di canali dopo la maxi operazione delle forze dell’ordine
Nei mesi passati, mentre gli utenti si sintonizzavano regolarmente sui loro canali preferiti e, telecomando alla mano, sceglievano i contenuti da guardare, le forze dell’ordine hanno condotto delle indagini che hanno portato alla luce un retroscena inaspettato.
L’operazione, che preso il nome di “Taken Down”, come si legge su www.agi.it, è stata coordinata dalla procura di Catania, che ha effettuato centinaia di perquisizioni in tutta Italia e ben 14 perquisizioni tra Svizzera, Svezia, Regno Unito, Olanda, Romania, Croazia e perfino Cina. Le indagini hanno coinvolto oltre 100 persone e il risultato è stato sconcertante. Scopriamo che cosa è saltato fuori.
Il sequestro di migliaia di canali tv
Sono stati sequestrati ben 2.500 canali televisivi illegali ed è stata letteralmente smantellata una rete fittissima di network illegali. Grazie al lavoro meticoloso delle forze dell’ordine, è stato scoperto un giro d’affari clandestino pari a ben 250 milioni di euro al mese, ovvero a circa 3 miliardi di euro all’anno. Ma come è potuto accadere che tanti canali illegali potessero fruttare così tanto? Si parla di un danno stimato di circa 10 miliardi alle piattaforme legali, realizzato attraverso un sistema informatico studiato ad hoc per i fini illeciti. Tale sistema passava in ben 14 regioni del Bel Paese.
I canali delle piattaforme legali venivano captati e ne venivano rivenduti i palinsesti, sia live che on demand. Tale meccanismo ha permesso di trasmettere illegalmente tanti programmi tv. Dunque sono stati violati i diritti televisivi di aziende ed emittenti tv molto note, tra le quali anche Sky, Dazn, Netflix, Paramount e perfino Mediaset. Insomma, nonostante il regolare pagamento dei loro abbonamenti e dei modem gli utenti che seguivano quei canali, ben 22.000, ora resteranno senza quei programmi tv.